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Riaprono al pubblico i sotterranei della Certosa di San Martino

C’è una cattedrale, sotto la Certosa. Silenziosa, austera, dimenticata, che disegna i sotterranei e le fondamenta del complesso monumentale di San Martino. La struttura è tutto ciò che rimane dello stile architettonico originario della certosa, interamente gotica, iniziata nel maggio 1325 per volere di Carlo D’Angiò, duca di Calabria, figlio del re Roberto D’Angiò, poi rimaneggiata più volte. I suoi lunghi corridoi e slarghi, progettati da Tino da Camaino e Attanasio Primario, chiusi al pubblico da anni, conservano le opere in marmo della sezione di sculture ed epigrafi del museo nazionale di San Martino.
A partire dal 24 gennaio, torneranno visitabili stabilmente, ogni sabato e domenica, con una visita guidata alle 11.30 (per informazioni è possibile chiamare il numero 081 229 4568. La prenotazione è obbligatoria all’email accoglienza.sanmartino@beniculturali.it).

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Il percorso museale, oltre ad una singolare raccolta di antiche iscrizioni, una cronaca sui fatti avvenuti in città attraverso i secoli, comprende circa 150 opere che abbracciano un arco cronologico tra Medioevo e Settecento. Costituiscono una raccolta formatasi tra Ottocento e Novecento, attraverso acquisti, lasciti, donazioni, cessioni e depositi.

 

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